lunedì 8 ottobre 2007

Dall'altra parte

Dall'altra parte c'è Forio. Atlante occidentale. Forio la dotta, la rossa, anzi granata, la medievale. Forio del tramonto, del raggio verde, dell'aria salubre calda delle terme. Dall'altra parte Forio, fuori dall'Insula minor, il suo nome pare derivi da "Fuori io!", il grido che lanciò un castellano stanco di vivere con ottomila persone su uno scoglio. Voleva spazi aperti, cieli grandi, e il vento da sentire sul volto. Dall'altra parte c'erano. E se ne andò dall'altra parte.
Alcuni studiosi ritengono che il nome venga dal phòros greco, ferax latino, fertile italiano. Terra fertile, la terra foriana, terra di vini robusti, rossi, anzi granata. Altri ricercatori prendono a prestito lo stemma del comune, una rosa candida, e fanno derivare il nome da "fiorito". La rosa era il simbolo del vassallaggio: veniva portata in dono al Governatore dell'isola come dimostrazione di fedeltà. No. Forio è troppo diversa, amante della sua libertà, non si è piegata mai al resto dell'Isola, che poi vuol dire al resto del mondo.
Negli scritti del Cinquecento si faceva chiamare Forino, e poi Fiorio, probabilmente un appellativo alla sua capacità di rifiorire dopo le catastrofi, fossero invasori o terremoti. E' che dall'altra parte si vive così, non si mette la testa sotto i sassi, si va con gli occhi aperti e ci si saluta guardandosi dentro. Sono passati tutti qua. Dai Visigoti ai Turchi, volevano sottometterla, Forio. Hanno creduto di esserci riusciti. C'è un nome, bizantino nei modi e nei tempi: Khoria. Veniva dato ai luoghi indifesi esposti ad attacchi, come Forio, caratterizzato da una lunga fascia costiera ed un terreno pianeggiante nell'interno, privo di difese naturali. Troppo facile da catturare. Provate a catturare invece i Foriani, gente dura, persone che la libertà ce l'hanno dentro. E' che quando nasci dall'altra parte, e non hai uno scoglio dove ripararti, la libertà la costruisci dentro di te.

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